E' significativo come siti statunitensi di intelligence quali "Stratfor" seguano con crescente attenzione la crisi europea attuale e parlino da tempo della necessità di "pensare l'impensabile" per il futuro dell'UE, ipotizzando - magari non del tutto a caso... - scenari di totale destabilizzazione sistemica dell'Unione Europea. C'è da chiedersi se lo stiano facendo anche i "soloni" dell' "Eurolager". A giudicare dalla pervicacia con cui persistono in politiche folli, si direbbe di no e tuttavia, per un laico come chi scrive, riesce difficile pensare che si tratti della mera applicazione del principio per cui "Quos perdere vult, Deus dementat".
Questi sono già dementi da tempo, anche se bravissimi a farsi i loro affari. Resta significativo il fatto che se ne preoccupino gli americani. I tedeschi e i loro lacchè, a quanto pare, se ne preoccupano molto di meno.
La situazione, tuttavia, è in forte movimento, dal momento che, prima di morire, tutti - perfino la vecchia e stanca Europa - danno segni di istinto di sopravvivenza.
Staremo a vedere. Certo è che la realtà è divenire ed è sottoposta al conflitto degli opposti. E gli opposti si stanno manifestando con sempre maggiore vigoria: si sta andando di buona lena sempre più dentro un'anteguerra. E non si parla solo e necessariamente di conflitti internazionali, contro gli "hostes", ma anche di quelli, al momento decisamente prioritari, contro gli "inimici", secondo la classica classificazione schmittiana.
Nessuno vuole morire a costo zero (per gli altri...). Prima, quanto meno, cercare di giocarsela. Poi, sia quel che sia.
Piero Visani
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