mercoledì 15 giugno 2016

Agghiacciantee!!

       Un omaggio - tardivo ma egualmente sentito - al mio allenatore preferito, Antonio Conte, l'uomo capace di trasformare qualsiasi realtà in uno stato di allucinazione e di esercitare una pressione tremenda sugli uomini al suo comando. Le grandi imprese - anche quelle calcistiche - vivono di intensità, di follia, di passione, di buttarsi dentro le cose a capofitto.
       Adoro Antonio Conte perché non ha nulla di italiano: non lo vedresti al venerdì a dare in smanie di gioia per la settimana lavorativa che finisce. Lo vedresti gioire, al lunedì mattina, perché è iniziata una settimana di duro lavoro e occorre dare il meglio di sé. Lo vedi prendersi le sue responsabilità, metterci la faccia, trasformare un gruppo di pedatori non eccelsi in una squadra che è al tempo stesso una comunità di destino e di mutuo sostegno.
       Lo sport, spesso snobbatissimo, resta una metafora esistenziale dalle valenze elevatissime. Amerei che ci fosse qualche politico che, invece che promettere agli italiani "domani che NON canteranno", promettesse loro "sangue, sudore e lacrime" dalle quali però far scaturire, alla fine, un po' di futuro e di felicità.
         Antonio Conte, che fa tutto difficile e fa scaturire tutto da un feroce impegno quotidiano, esteso anche ai sabati, alle domeniche e alle feste comandate, è pura pedagogia di massa per il popolo italiano, devastato da decenni di false promesse e di gioiosa fancazzite acuta. La vittoria nasce dall'impegno e dal sacrificio, perché grazie ad essi si cresce, ci si migliora, si diventa adulti e grandi. Altre strade non ne esistono, neppure nel campo della criminalità organizzata, dove non a caso l'Italia ha perduto e sta perdendo posizioni, dopo un lungo eccellere... E' la cultura di massa che deve cambiare. Non a caso Antonio Conte, sebbene non renda gli avversari molto "allegri" (!), è assai rispettato all'estero, perché sa unire alle nostre qualità tradizionalmente migliori (estro, improvvisazione, creatività), la feroce importanza dell'organizzazione e del sacrificio di massa. Tutta la vita è uno "stato di allucinazione" ed è molto lungi da una vacanza... Ci sono popoli che hanno bisogno di generali, a noi è sufficiente un sergente maggiore, ché di generali pacifisti e "panciafichisti" ne abbiamo anche troppi.

                                 Piero Visani