sabato 11 giugno 2016

Ex - It


       Centotrentamila residenti in meno in un anno, nonostante il non proprio modesto afflusso di migranti. Come dire: dal "Bel Paese ove il sì suona" al brutto Paese dove è già iniziata la 'grande fuga'": nei suicidi, nei cimiteri, nell'emigrazione forzata e in quella consapevole (godetevelo voi lo statalismo "di terra, di mare e di cielo!!, quello da camicie rossobrune del reddito di cittadinanza...).
      Al di là delle facili parole d'ordine degli esegeti dell'esistente, constato con estremo sollievo una VOGLIA DI INSTABILITA' che fa onore a tutti coloro che la provano, che sono sempre coloro che - lo sappiano o no, lo condividano o meno - preferiscono "un giorno da leone a cento anni da pecora".
      Per non avere troppa nostalgia, mi dicono che molti italiani stanno fuggendo in Ecuador, alle isole Galapagos, le isole del guano, così da poter ritrovare, con una simil-"Schadenfreude", la materia prima in cui già sguazzavano contenti in Italia. Ma il calcolo è astuto: meglio il guano che il "rigor mortis" e quello qui è sempre più incombente...

                          Piero Visani