lunedì 20 febbraio 2017

Automazione, robotica e lavoro


       Tra le tante cause addotte per giustificare la "grande stagnazione", ormai destinata a trasformarsi in "stagnazione secolare", una delle più divertenti è quella riferita al ruolo dell'automazione, che sottrarrebbe e annullerebbe posti di lavoro, ciò che più o meno equivale a sostenere che, siccome un'auto non ha benzina, è guasta...
       Finanza tossica, furti privati e soprattutto di Stato, economie a pezzi, etc. etc., tutto questo conta poco: la colpa è dell'automazione e della robotica, i nuovi capri espiatori.
       C'è però un settore dove robotica e automazione vanno alla grande, ed è quello mediatico: infatti, in esso, più che sopprimere posti esse sono riuscite in un insperato miracolo, la trasformazione dell'essere "umano" (non voglio esagerare...) in una macchina. Il Minculpop (Ministero della Cultura Popolare) del "pensiero unico" emette più volte al giorno i suoi "distillati di saggezza" e l'"uomo macchina" di giornali e televisioni li riproduce pedissequamente, senza capire che diavolo scrive e tanto meno perché lo scrive (a parte uno stipendio non sempre lauto).
       Qualcuno ancora, nel mainstream mediatico, si attiene al "copia e incolla"; i più, per contro, riproducono e basta, e si sentono pure terribilmente intelligenti, nonché alquanto "à la page": non si lavora più, non si pensa più (e al riguardo occorrerebbe chiedersi se lo si è mai fatto, anche solo per errore...) e si riproducono solo le "veline" del Minculpop planetario, le quali - ahivoi! - neppure somigliano alle "olgettine" ben note...
       Niente più lavoro: solo automazione che ha prodotto robot consenzienti e soddisfatti di esserlo, ovviamente "nel migliore dei mondi possibili", quello del totalitarismo sodomita, quello grazie al quale te lo ritrovi nelle terga e ti piace pure (a molti, quanto meno...).

                                 Piero Visani