martedì 7 febbraio 2017

Spostamenti progressivi del (dis)piacere


     Ci fu un tempo in cui, se un politico o anche un semplice tecnocrate del tutto privo di un "physique du rôle" adeguato, avesse pronunciato l'aggettivo "irrevocabile" scandendone per di più le sillabe, avrebbe rischiato un pubblico processo da parte dell'antifascismo militante.
       Poi però "panta rei" e - a parte uno zoccolo duro di militanti fedeli - la Sinistra politica italiana si è venduta (non per quattro lire, devo dire...) al capitalismo finanziario, di cui è divenuta, in taluni Paesi, l'esecutore fedele e convinto. Dunque zitti e mosca (non ho scritto Mosca, eh, compagni...).
       Oggi dire "irrevocabile" riferito all'euro e con tono (molto vagamente) mussoliniano si può. Nessuno emette alti lai.
       Dalla Sinistra del "Capitale" a quella del capitale...
       "Quantum mutata ab illa"!!

                                    Piero Visani