Giorni fa, l'amico Roberto Alfatti Appetiti ha chiesto ai componenti della sua cerchia relazionale di dirgli come pensano che saranno tra dieci anni. Ho risposto che penso che sarò povero o addirittura in miseria, in un'Italia ormai finita.
Oggi approfondisco un attimo la mia tesi, non a livello personale, dal momento che penso che chi vive nell'Eurolager sia già morto da tempo e al massimo non se ne sia accorto. Ergo essere tra dieci anni in povertà o in miseria dopo averne già vissuti altrettanti in povertà non sarà certo un problema. E' il "migliore dei mondi possibili", quello che ci avevano promesso, quello in cui "lavoreremo di meno e guadagneremo di più" (piccola inversione di fattori sfuggita a un "padre della Patria" di grande cultura teorica e politica, e di madre nubile).
Tuttavia, per nutrire un certo pessimismo è sufficiente fare due conti: al ritmo di un punto percentuale l'anno, l'IVA sarà al 35%; la tassazione intorno al 90-95%, per cui a molti lo stipendio verrà fatto vedere, come attestazione che ne ha avuto diritto e gli è stato consentito di esercitarlo, ma non potrà incassarlo, in quanto dovrà servire a ripianare il debito pubblico, che sarà salito intorno ai 3.000-3.500 miliardi di euro. Il lavoro autonomo sarà stato soppresso per legge, in quanto fonte di evasione fiscale; se non sarà stato soppresso, la tassazione su di esso sarà portata al 110%, per cui gli ultimi "coraggiosi" che avevano continuato a svolgerlo saranno morti di fame e di stenti, o fuggiti all'estero.
Il governo sarà esercitato da un "Gauleiter" germanico che - tutti i giorni dell'anno, meno ovviamente il 27 gennaio - ripeterà "urbi et orbi" che "il lavoro [gratuito] rende liberi...", a dimostrazione che i regimi possono morire, le vocazioni storiche, frutto di spiccata sensibilità umana, no.
Ultimo ma non minore, la percentuale di stranieri sul totale della popolazione italiana sarà lievitato intorno al 25% e continuerà a salire, non per pagarci le pensioni (quali...?), ma perché più tale numero salirà più le Coop rosse e bianche prospereranno, e i loro capoccia potranno dire che 320 euro al mese rappresentano un reddito dignitoso per il cittadino medio (anzi, forse tale cifra sarà pure stata ridotta).
I giornali saranno pieni di dichiarazioni sul fatto che "l'anno prossimo comincerà la ripresa" e il "Gauleiter" di turno verrà in televisione a dire che "l'imperativo unico è vincere [la crisi], e vinceremo!!".
Non saper leggere la Storia, passata e recente (fare per esempio un paragone tra l'Italia del 2007 e quella del 2017) è sempre stata una tragedia italica. Continuerà: la tragedia, più che la storia...
Piero Visani