L'impero romano d'Occidente cadde di fronte all'offensiva dei "barbari" nel 476 dopo Cristo. Quello romano d'Oriente, con capitale Bisanzio, gli sopravvisse quasi un millennio e cadde nel 1453 per mano dei turchi.
Come fece il secondo a sopravvivere così tanto al primo, pur in presenza di minacce non meno gravi? Semplificando molto, grazie alla sua organizzazione militare e allo sfruttamento in campo bellico di tutte le tecnologie che l'epoca poteva offrire.
Siccome vedo entusiasmi e frustrazioni per l'esito, invero alquanto scontato, delle elezioni politiche in Olanda, inevitabilmente mi interrogo su quanto ci sia di politico, nella situazione europea attuale, e quanto invece di geopolitico e di demografico. Perché l'interrogativo è di una semplicità assoluta: quanto può durare la Vecchia Europa - senescente, invecchiata nell'anima molto prima che nei corpi, attenta solo a potersi sentire garantita in tutto, dalla culla alla tomba, da uno "Stato mamma" - in un mondo che si sta facendo sempre più selvaggio e dove l'unico diritto possibile è - come sempre, più che mai - quello del più forte? Sono chiari ed espliciti i movimenti populisti sulla quantità notevolissima di fondi pubblici che occorrerà indirizzare sulla difesa e sulle tecnologie militari più avanzate per resistere ancora un po' alla forza terribile del numero? In genere, silenzio assoluto; amenità formidabili come quelle del rispristino del servizio militare obbligatorio (servono professionisti della guerra, non "soldati della domenica", per non parlare del fatto che l'aria che si respirerebbe nelle caserme servirebbe a una formazione "guerriera": ma davvero ci sono mai entrati, in una caserma italiana...?); battutine pseudo-intelligenti contro velivoli come gli F-35 (che certo non sono di produzione europea, etc. etc., ma che racchiudono in sé tecnologie militari avanzatissime, proprio quelle che servono nei combattimenti uno contro cento); e una condizione mentale di assoluto disarmo: la concezione vacanziera che da Natale porta al ponte di Carnevale, poi a Pasqua, poi alle ferie estive, poi a quelle dei Santi, per tornare infine a Natale. E dove il lavoro è ovviamente solo il periodo sfortunatamente compreso tra una vacanza e un'altra.
Se ci fosse uno "scontro di civiltà" in atto, direi che questa sarebbe una "solidissima" base di partenza. E in realtà, per molti versi, lo scontro c'è, ma è già perduto sul piano più importante, quello demografico, perché i vecchi sono molto meno inclini dei giovani al combattimento, allo scontro fisico e a mettere a repentaglio qualcosa, a cominciare da se stessi. Ed è già perduto in partenza anche ad altri livelli, se si pensa che uno dei movimenti "rivoluzionari" (ed eterodiretti...) esistenti a livello europeo - quello grillino - è fatto da transfughi delusi della Sinistra, animati dalle stesse amenità pacifiste tipiche dell'universo culturale da cui provengono. Pensano a "redditi di cittadinanza", vale a dire a mantenere a fare un assoluto nulla post-sessantottini di lungo corso come loro, poco importa se autoctoni o migranti. Per non parlare del fatto che la borghesia, resa imbelle dal "lavaggio del cervello" in senso pacifista operato in Europa per decenni dai referenti politici di USA ed URSS, pensa come da secoli solo alla difesa dei suoi soldi, puliti (raramente) o sporchi (quasi sempre) come abitualmente sono.
La realtà è decisamente più terribile e avrebbe dovuto prevedere - ma è già tardi - una sola strategia di sopravvivenza: la difesa di un limes grazie a tecnologie militari molto sofisticate. Espresso ora, questo solo concetto fa sorridere: il numero è potenza, è assolutamente potenza, e alla fine vincerà. La gioventù è vigore e avrà inevitabilmente ragione su un continente di pensionati (del corpo e dell'anima) e di assistiti (dalla culla alla tomba). LA VITA, CHE E' VIOLENZA, LOTTA, SOPRAFFAZIONE - esattamente come lo è la natura - SI IMPORRA' CON TUTTO IL SUO VIGORE SULLA MORTE. E sarà un momento splendido. Certo, per noi europei vorrà dire "sottomissione". Non lo sapevamo...? Lo abbiamo scoperto adesso...?
Piero Visani