In guerra si distrugge sempre, mediamente. Se uno è mediamente intelligente, e il suo pubblico è un po' più sciocco e credulone della media (o fa finta di esserlo...), chiamerà le distruzioni - sue e dei suoi amici - "danni collaterali" e gli attacchi in cui muoiono un "terrorista" e venti civili li definirà "attacchi di precisione chirurgica".
A parte questo, lo sdegno cultural-artistico-archeologico per la distruzione di Palmira da parte di chi sta saldamente schierato tra le file dei distruttori di Montecassino e Dresda, appare quanto meno sospetto. A meno che - questa la mia impressione - i distruttori di oggi non siano buoni allievi dei maestri distruttori di ieri. Lo stile - occorre riconoscerlo - è il medesimo.
Piero Visani