mercoledì 27 maggio 2015

Smorfie

       Non so se avete mai notato la smorfia di disgusto che si disegna sui volti di centinaia di "sinceri democratici" quando profferiscono le parole "populismo" o "populista". Uno si aspetterebbe che la medesima espressione si disegnasse sui loro visi al risuonare di termini come "oligarchia, oligarchico, fiscalità insopportabile, suicidi da disperazione" etc., etc. Invece no, niente di tutto questo: il nemico del popolo - da loro tanto amato - è l'indicibile "populismo", la degenerazione di tutte le degenerazioni possibili immaginabili.
      La "Gauche caviar" è imbattibile, da questo punto di vista, ma anche il Centro non è da meno. La nostalgia per l'"Ancien Régime" è evidentissima, in entrambi, come pure il fastidio per questo popolo che non capisce e non vuol capire quanto migliori siano le oligarchie del potere e del denaro, basate su sagge figure di "ottimati", gente che si riempie le tasche di soldi e al popolo lascia una "sana" alternativa tra povertà e disperazione.
       Il meglio poi si tocca quando al popolo negano - come nel caso delle pensioni - diritti bene o male acquisiti, riconosciuti come legittimi da una sentenza della Suprema Corte. Lì allora si tocca il momento culminante, quello dell'"octroi", cioè della concessione, della pseudo-regalia lasciata cadere dall'alto, con massima degnazione, affinché i sudditi possano accontentarsi di qualche briciola rispetto alla legittima pagnotta che spetterebbe loro.
     E, dal momento che siamo al terzo governo non supportato da suffragio popolare ed eletto da un parlamento frutto di un sistema elettorale già dichiarato incostituzionale, qualcuno crede ancora che, quando si scriverà la storia di questi tempi agri, questa la chiameranno "democrazia"? Suvvia, un po' di serietà, comunque la si pensi.

                                            Piero Visani