giovedì 14 aprile 2016

Consigli di lettura


       Per chi voglia farsi delle sane risate (e anche qualche solida riflessione aggiuntiva...) sui movimenti "spontaneisti e libertari" degli ultimi 15 anni, mi permetto di consigliare una rivista certo non rivoluzionaria o "complottista" come "Limes - Rivista italiana di geopolitica", diretta da uno studioso serio come Lucio Caracciolo di Feroleto, e di partire in particolare da un articolo di Emanuela C. Del Re, intitolato "Il gelsomino nel pugno: il modello Otpor nelle rivolte arabe" (n. 3/2011, pp. 247-254).
       Da lì, lavorando sulle note e i rimandi bibliografici, si potrà risalire alle radici di tutti i movimenti "spontanei e libertari" del primo scorcio di millennio e ai loro padri (ig)nobili.
       Si scopriranno così "certi piccolissimi peccati" e affinità più o meno elettive, e si capirà che, nel mondo della comunicazione contemporanea, di spontaneo e non fasullo c'è assolutamente NULLA, a meno di non essere tragicamente ipodotati intellettualmente e molto, ma molto, ma molto creduloni.
      Il premio per le "talpe" più dotate di capacità d'indagine sarà quello di scoprire che in Rete vengono venduti molti manuali (anche di lombi insospettabilmente [ig]nobili) che insegnano come si organizza una rivoluzione libertaria e fatta "per il popolo". Se si riesce a leggere quest'ultima affermazione senza contorcersi dalle risa, si potrà capire che, come questi manuali li ho letti io, potrebbero averli letti in molti altri, organizzando movimenti a più stelle (da 1 = pessimo, a 5 = ottimo), le cui finalità sono essenzialmente due:
1) non toccare in alcun modo le metapolitiche su cui si fonda il mondo occidentale, ma semmai confermarle, talvolta ex-inverso (modalità più raffinata - concettualmente - di quella diretta...);
2) svuotare dall'interno qualsiasi forma di rinnovamento reale di una società e di una politica, per cui si parte "preti" e si arriva "curati", oppure si parte "rivoluzionari" e si finisce impotenti (come a Parma e/o Livorno) o collusi (come in una nota località del Meridione), o magari a farsi comprare (non tutti, ovvio) dal PD (del quale peraltro si continuano a condividere le metapolitiche).
       Colonna sonora, per gli amanti della musica d'autore, il Fabrizio de André di "Rimini": "non regalate terre promesse a chi, non le mantiene"...

                                 Piero Visani