Con tutti i meriti che indiscutibilmente gli devono essere riconosciuti, sotto il profilo teorico e professionale, non ritengo che Gianroberto Casaleggio possa essere interpretato per qualcosa di diverso da quello che è realmente stato: una persona di indubbie qualità che in Italia ha avuto il compito, insieme a Beppe Grillo, di organizzare qualcosa di estremamente simile a una "primavera araba", vale a dire un movimento popolare che, avvalendosi di tecniche operative alquanto innovative (per il contesto in cui era chiamato ad operare), non facesse altro che realizzare il compito che gli era stato affidato: quello di canalizzare la protesta di un Paese che non ne poteva più di livelli folli di malgoverno, e che - come tale - sarebbe potuto esplodere in diverse direzioni, all'interno delle istituzioni, dove ha progressivamente perduto il suo slancio, si è imborghesito, normalizzato ed è diventato un movimento politico come gli altri.
Un'operazione praticamente perfetta, che ha trasformato il Movimento 5 Stelle in un wishful thinking, in un qualcosa che avrebbe potuto essere e non è stato, e non sarà mai.
La storia del mondo occidentale dopo il 1945 è piena di operazioni di questo tipo, talvolta eterodirette anche molto accortamente, e il dato che le accomuna tutte è che non portano mai da nessuna parte, se non alla progressiva omologazione degli pseudo-rivoluzionari, che da incendiari diventano molto rapidamente pompieri.
Non ritengo di poter fare considerazioni moralistiche a carico dei "grillini". Ho vissuto sufficientemente a lungo in ambiti istituzionali anche molto elevati per sapere che, per una persona che viene da una vita quotidiana fatta di pochi soldi e tante rinunce, le quantità alluvionali di denaro che circolano in certi ambienti possano far perdere completamente la testa. Del resto, quando racconto ciò che ho visto con i miei occhi, quasi nessuno, tra la gente "comune", mi crede. E fa male, malissimo...
A discarico di Casaleggio, occorre dire che ha sempre agito come soggetto privato, più che politico, per cui, come tale, ha fatto bene ad accettare le proposte che certamente, a suo tempo, gli saranno state fatte da chi sa bene come investire i propri denari a fini di stabilizzazione, mascherata da finta destabilizzazione. Tuttavia, l'operazione che il M5S ha condotto e sta conducendo somiglia ormai a troppe altre che l'hanno preceduta, e la seguiranno, per avere un minimo di credibilità. Per non parlare del fatto che i suoi membri condividono le metapolitiche dominanti ancor più che le politiche, il che li rende assurdamente omologati a quel sistema che - a parole e prima di conoscere i fiumi di denaro della politica - avrebbero voluto cambiare. E' una storia vista tante volte. Non è il primo caso, non sarà l'ultimo. Serve a pascere subiectos con il minimo sforzo e appena un po' di fantasia.
Piero Visani