Pensare che l'articolo Noi e i migranti, comparso ieri in quinta pagina del "Corriere della Sera" a firma dell'inviato Federico Fubini, equivalga a "la scoperta dell'acqua calda" (come ho letto da qualche parte), a me appare come una sorprendente forma di superficialità nell'analisi mediatica.
In un articolo del più importante quotidiano italiano, non si parla a caso di "vitto e alloggio senza lavorare né studiare: è l'assistenzialismo dei centri di accoglienza". Tanto meno si descrive con deliberata minuzie la vita da nullafacenti che i migranti conducono, riempiendola di accenni palesemente intesi a squalificarli agli occhi dei lettori (possesso di tablet, di smartphone, residenza in un hotel sul mare, presentazione di domande d'asilo respinte perché infondate, etc.). Meno ancora si scrive un passo fondamentale, che vale la pena riportare per intero: "...questo Paese, per inerzia, sta riproducendo con i migranti le peggiori tare dell'assistenzialismo degli anni 70 e 80 del secolo scorso. (...) Questo è il welfare che dà qualcosa in cambio di niente. (...) Non deve per forza finire così, neanche nei Paesi più aperti agli stranieri. Perché il problema non è se accogliere o no, ma come farlo. (...) Non è scritto nelle leggi che debba continuare a riprodursi con gli stranieri l'assistenzialismo responsabile del debito pubblico".
Ora, ritenere che il "Corriere della Sera" abbia scoperto questa situazione il 26 aprile 2016 e che, al contempo, abbia pure scoperto come siano esistite "le peggiori tare dell'assistenzialismo degli anni 70 e 80 del secolo scorso", è fare gravemente torto all'intelligenza di chi ne è proprietario, di chi lo dirige e di chi ci lavora (che può aver sostenuto a lungo, anche pubblicamente, tutto questo, ma certo non vi ha mai creduto). Semmai, ci si dovrebbe chiedere per quale ragione, di colpo e in quinta pagina, venga confezionata una pillola avvelenata di tali dimensioni nei riguardi del governo Renzi e del modello di assistenza che sta realizzando, ovviamente a spese degli italiani. Questo è l'interrogativo vero cui trovare una risposta, che autorizza ad ipotizzare l'esistenza di grandi manovre dietro le quinte, magari già in preparazione del referendum istituzionale del prossimo autunno...