Di fronte al moltiplicarsi, direi quotidiano e forse più, delle operazioni di guerra mediatica, mi è venuta voglia di riprendere e aggiornare il mio libro "Strategia mediatica", che risale al 1998.
Esso credo possa vantare un record assoluto: quello di essere stato recensito, sia pur brevemente, dal settimanale "L'Espresso" e di essere stato attribuito, come paternità, non al sottoscritto (il cui nominativo appariva in copertina...), ma al generale Carlo Jean (peraltro mio illustre e stimatissimo maestro). Un divertente scambio di autore, probabilmente frutto della mia nulla rilevanza mediatica e dell'esigenza del recensore di "dare lustro" all'articolo.
Dato a Piero quel che è di Piero e a Carlo quel che è di Carlo, sarei tentato di riprendere e ampliare il tutto in uno studio organico che tenga conto dell'avvento di Internet e delle grandi novità che ha apportato.
Fortunatamente (non ho dimenticato la "s"...), devo lavorare per vivere, perché ho rifiutato fin da giovane il modello "penzioni" (à la Floris e all'italiana) e devo dire che non ne sono per nulla pentito, perché un modello socio-culturale lo si contesta credibilmente solo scegliendo una strada "altra" rispetto a quella dominante.
Ovviamente non mi si prospetta un grande futuro, ma ho un'etica da ribelle e ne pagherò consapevolmente il prezzo. Continuerò le mie attività professionali in puro stile alimentare e il libro di strategia mediatica lo scriverà qualcun altro.
Non essendo un "infame", non sono per nulla pentito di ciò che ho fatto, anzi ne sono orgogliosissimo. Io non ho mai promesso "domani che cantano", ho grande ritegno, dunque non godo di grandi simpatie tra i miei connazionali. Amo il "miles", ma non quello "gloriosus". Sarebbe bello se, un giorno, essi facessero altrettanto.
Piero Visani