sabato 21 maggio 2016

Il paradiso (non) può attendere


       Ritengo che la "santificazione laica" di Marco Pannella - al di là dei pregi e dei difetti del personaggio, e ancor più al di là del fatto che "le grandi cerimonie dei media" sono una potentissima arma di distrazione di massa, i nuovi "giochi olimpici" del XXI secolo, quelli in cui ogni attività (anche cerebrale...) si interrompe per un periodo preciso - derivi dal fatto che il medesimo fosse il classico "uomo per tutte le stagioni", vicinissimo all'anima italica nel suo sforzo di cercare di piacere sempre a tutti e di non dispiacere mai ad alcuno, di gettare ponti sulla cui natura di vera congiunzione tra idee diverse si potrebbero scrivere - invano... - trattati. Semplicemente perché sono esercizi che lasciano il tempo che trovano.
       Era un uomo che amava mostrare di avere nemici tanto potenti che, alla fine, gli risultavano quasi amici...; che cercava di coniugare - chiedo scusa per il ricorso a una per me molto fastidiosa metafora cristiana - "il diavolo e l'acqua santa". C'è riuscito perfettamente, magari anche "with a little help of his friends" della CIA e dintorni, amici su cui è stato autorevolmente scritto da illustri storici e sui quali non occorre aggiungere alcunché.
       Riposi in pace, ovviamente, ma senza dimenticare che qualunque umano, visto da vicino, è sempre "troppo umano"...

                                     Piero Visani