Latorre e Girone - i due marò - vennero restituiti all'India dal governo del "genialissimo" professor Monti sulla base del fatto che, se non ci fosse stato quel gesto, l'Italia avrebbe compromesso i propri fiorenti rapporti commerciali con l'India.
Quelli con la Federazione Russia erano non meno fiorenti, ma sono stati immediatamente sacrificati perché l'ordine di interromperli è arrivato da Washington, cioè con "la voce del padrone". E, nel caso di specie, c'erano in ballo pure i nostri approvvigionamenti di gas...
In una Paese anche solo vagamente normale, cialtronerie e servilismi di questa entità costerebbero carissimo, a livello elettorale, a chi si presta ad essi. Da noi, servono ad ottenere valanghe di voti, magari condite da qualche deprecazione di maniera sulla ingiusta sorte riservata agli ostaggi del governo indiano.
Qui però - convenitene con me - siamo a comportamenti in cui il servilismo non è da ascari o da schiavi, ma è addirittura patologico, da "sindrome di Stoccolma". Però - credetemi - il problema non è della nostra classe politica, è assolutamente antropologico: siamo noi che siamo un popolo di banderuole e di "tutti a casa", senza alcun finale di riscatto, come nell'omonimo film di Luigi Comencini, ma con la stessa capacità di interpretazione degli eventi di cui dà prova il sottotenente Alberto Innocenzi (Alberto Sordi), fascistello da operetta, quando telefona al suo colonnello (Claudio Gora) per annunciargli una notizia inaudita: "che i tedeschi [che gli hanno appena sparato addosso] si sono alleati con gli Angloamericani". Ecco, la nostra capacità di interpretazione della politica, e dei suoi atti, è mediamente questa... In alto i cuori!
Piero Visani