Gli eccessi sono forse la cosa che amo di più, insieme al rischio. Amo le situazioni on the borderline, e non solo perché mi piace mettere alla prova me stesso, ma anche perché amo mettere alla prova chi si relaziona con me. Non ho mai amato "il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto", per cui mi dedico incessantemente alla pratica dello "spostamento dei confini".
Cerco di far diventare le "perbeniste" un po' meno tali, le "omo" un po' più etero, le serie un po' più facete, al fine di una reciproca ridefinizione dei rispettivi limina. Talvolta è un'attività divertente, talaltra per nulla, ma "sono cose della vita"...
Mi sforzo di trovare la borghese che vive - spesso neppure molto in profondità - nell'anima delle più alternative, "che poi così alternative non sono mai", anzi sono più piccolo borghesi insoddisfatte della media...
Mi piacciono gli eccessi, quali che siano. Tutto il resto è noia.
Mi è stata rimproverata fretta di vario genere, incapacità di rispettare i limiti (quali...?) e mancanza assoluta di pazienza. Nulla di tutto ciò è vero, perché so anche attendere, e molto. Forse la mia unica insofferenza vera è quella contro il perbenismo, che è la prima "dote" che emerge nelle false trasgressici. Tuttavia, non nutro prevenzioni o rancori, perché dico sempre apertamente che cosa mi interessa e che cosa no. Ed è ovviamente più che legittimo non condividere la mia visione del mondo. Di norma, tale mancata condivisione si scopre in fretta e porta a celeri dipartite (metaforiche, sia chiaro...), mentre la condivisione vera è spesso duratura, perché attizza forti curiosità reciproche e genera piacere, gioia, vita.
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