Se ci fosse un titolo utile a vestire gli orrori italici, "normale avvicendamento" sarebbe sicuramente il migliore.
Non è un caso, è l'espressione classica che "veste da parata" una delle più orrende (ma condivise) porcherie nazionali: l'anzianità.
Poco importa se un dipendente pubblico è stato un solerte funzionario o il solito lavativo uso a posare le sue terga - in genere flaccide - su ogni tipo di sedia e a fare le gioia dei bar nelle vicinanze degli enti pubblici con le sue "pause caffè".
Questa distinzione non secondaria nel nostro "amato" Paese non conta assolutamente alcunché. Il merito è parola del tutto sconosciuta, anche perché come valutarlo? C'è il merito della puttanella da ufficio, quello del funzionario leccaterga, ma quello del "civil servant" solerte è assolutamente ignoto.
Dunque meglio creare una "notte in cui tutte le vacche sono nere" e lasciare spazio all'unico fattore realmente rilevabile: l'anzianità. Da quanto tempo sei in un incarico, poco importa a fare che? A un certo punto te ne devi andare, per "normale avvicendamento". Se poi per errore hai fatto bene, meglio allontanarti prima degli altri, daresti il cattivo esempio...
Napoleone era solito dire: "Non datemi dei generali bravi, datemeli fortunati". Lo Stato italiano non pretende tanto e corregge la massima del Grande Corso in questi termini: "non datemi funzionari bravi, datemeli generici e indistinti". Se poi cattivi, anche meglio. Null'altro conta.
Occorre avvicendare. Ma non è pratica nuova, per la Marina italiana ed istituzioni correlate: anche durante la Seconda Guerra Mondiale, se qualche ingenuo credeva che noi combattessimo contro gli Alleati e faceva qualcosa di positivo CONTRO i medesimi, riceveva molte lodi e poi, per "normale avvicendamento", finiva in qualche ufficio, lasciando spazio, nei comandi operativi, agli emuli dell'ammiraglio Franco Maugeri, quello che venne decorato dagli americani per servizi loro resi DURANTE il conflitto... Il che, in qualunque altro Paese, sarebbe stato alto tradimento...
E oggi, senza voler paragonare vicende diverse in epoche diverse, la logica del "normale avvicendamento" continua. La burocrazia deve fare il suo corso. Un po' come succede quando, dopo aver visto in Tv le "sparate" di qualche politico in favore della riduzione delle tasse, il mattino dopo ci si ritrova in buca tre raccomandate di Equitalia.
Questo è uno Stato, ragazzi, guai a chi parla di "funzione" che diventa "finzione", e viceversa. Godiamocelo per intero, che noi siamo già morti e presto toccherà anche a lui. Ma la sua mentalità, in Italia, morirà mai...? Perché è quello il vero problema: non cambiare i governi, cambiare le teste e le abitudini oscene.
Piero Visani
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