mercoledì 10 settembre 2014

Sailing

       Sebbene io sia provvisto di una forte autostima e abbia condotto gran parte della mia vita al timone di una imbarcazione esistenziale - la mia - che aspirava ad obiettivi da Blue Water Navy, non posso dire che tutto si sia svolto in simmetria con le mie ambizioni.
          Professionalmente parlando, non mi posso lamentare, poiché ho avuto esperienze diverse, varie e anche ad altissimo livello.
         Sotto il profilo personale, forse la mia navigazione è stata più da Brown Water Navy, ma non è dipeso da me: amo la vita, amo esercitare la mia "volontà di potenza", amo il dialogo sincero e aperto. Ho trovato scarsa rispondenza. Come tutte le Brown Water Navies, mi sono acconciato a una navigazione costiera, vagando da un porto all'altro e ho dolorosamente scoperto che "per le mie navi si son quasi chiusi i porti".
       Questione di età? Non direi proprio, perché è problema che risale ai miei venti anni, non agli oltre sessanta attuali. Fin da giovane, ero molto curioso, ma ho ben presto scoperto che molti porti erano ostinatamente chiusi, altri erano sottoposti a blocco, altri si aprivano a titolo oneroso, altri ancora a titolo gratuito, ma poi in breve si notava che "siam rimasti lì, chiusi in noi, sempre di più".
       Ho trascorso decenni a chiedermi se fosse una questione di incomunicabilità, di scarsa o nulla voglia di comunicare, oppure di farlo in base a convenzioni sociali precise, di cui non condividevo e condivido una virgola. Sulla mia nave c'era la mia "volontà di potenza" e la portavo in giro per vari mari, senza cercare di venderla, ma limitandomi a proporla. Talvolta pareva essere considerata una peculiarità di un qualche interesse, ma veniva molto spesso in uggia, probabilmente a causa delle mie profonde inquietudini e del mio non volermi vedere mai porre limiti.
       Ho sofferto parecchio, per questo, ma poi sono stato aiutato a comprendere che era - ed è - tutta una questione di linguaggio e di visione del mondo. La mia era palesemente incompatibile con quella di altre persone, per cui io cercavo di spiegarla e farla capire, ma urtavo contro un muro, e poco importa se fosse di cemento o di gomma...
       Così ho fatto una scelta estremamente selettiva: non più ricerca indiscriminata, curiosa ma in fondo vana, bensì focalizzazione su obiettivi precisi, accuratamente selezionati, dove la precondizione fondamentale fosse creare una personalissima koiné e, al tempo stesso, un universo di dialogo cui poter fare continuamente riferimento. E' stato un successo: ho smesso di incontrare splendidi "vascelli" borghesi, in genere propulsi da interesse, vanità, egoismo e potere fintamente seduttivo, per andare alla ricerca di chi volesse finalmente navigare in mari aperti, dove di borghese non ci fossero neanche le regole, neppure inversamente declinate, che sono noiose - noiosissime - in entrambi i casi.

                              Piero Visani

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