lunedì 29 settembre 2014

I coprofagi


       Il tema della diminuzione del carico fiscale è un "leit motiv" di tutti i partiti. Non seguo i "talk show" per cui non ho motivo di "bearmene" la sera, però la situazione che tocco con mano al mattino è - sotto il profilo impositivo - leggermente diversa, più fiscal-statalista-predatrice-insaziabil- persecutoria.
       Mi riesce difficile pensare che tutto questo sia casuale e, al tempo stesso, mi riesce difficile pensare che i nostri attuali governanti siano talmente idioti da voler distruggere l'Italia sicuri di salvare se stessi, perché i due concetti non sono necessariamente posti in logica sequenziale, né diretta né inversa.
       Mi consolo pensando di essere ormai una "voix d'outretombe" e temo che le cose stiano procedendo (si fa per dire...) per una sorta di deriva inerziale. Tutto, del resto, in Italia va avanti per inerzia e io sono giunto al convincimento che, se per caso domani venisse abolita Equitalia e ridotto drasticamente il carico fiscale, noi continueremmo almeno per alcuni anni a ricevere cartelle esattoriali, poco importa se fondate o meno. Noi continueremmo a riceverle...
       Come ho scritto più volte, infatti, in Italia FUNZIONE e FINZIONE sono sinonimi, perfettamente intercambiabili, al punto che ciò che appare totalmente finto è reale, e viceversa. Quanto tutto ciò giovi alla nostra qualità della vita - che è da tempo una formidabile vita... di guano - lo scopriremo quando sarà troppo tardi, anzi è già tardi, perché, per il tipo di vita che facciamo, le gioie che ci fanno provare e la "qualità della vita" che sperimentiamo siamo già morti, stramorti, e ancora ci crediamo vivi.
       E non possiamo neppure dirci coprofagi, perché il "mangiatore di m..." lo fa per propria personale soddisfazione. Noi per obbligo o - il più delle volte - per compiaciuto masochismo, anche perché, avendo da tempo perso tutto, compresa la nostra dignità di uomini, davvero non si capisce di cosa dovremmo avere paura. Personalmente, ritengo che la maggiore paura che mi affligga oggi sia la paura di vivere. Tocco tali livelli di soddisfazione quotidiana che starei certamente meglio da morto...

                       Piero Visani

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