mercoledì 9 novembre 2016

Eversione (da "Il nuovo Dizionario della Politica")


       Dicesi "eversione" il rovesciamento degli assetti politici esistenti, anche se ottenuto per via sicuramente democratica, quando tale rovesciamento va a ledere interessi, consorterie, potentati e camarille consolidati da secoli.
       Al gioco democratico - che è pure è "il migliore dei giochi possibili", dicono - se vinco io va tutto bene, se vinci tu no, assolutamente no. Sono ammessi solo i concorrenti sicuramente perdenti. Quelli sono graditissimi e danno il senso delle "enormi" libertà di cui in democrazia si può godere, a cominciare dalla libertà di perdere alle elezioni. Che è la libertà che i "democrats" cercano di diffondere a piene mani.
       Va detto - per completezza dell'informazione - che dividere gli elettori in varie categorie (quelli che votano "bene" e quelli che votano "male") è distinzione che odora fortemente di razzismo, ma i "buoni", i "naturalmente buoni" del mondo, non uccidono, non rubano, non frodano, non odiano i neri, a condizione che vivano in altri quartieri, etc. etc. Sono il popolo dei signori (l'"Herrenvolk", già sentita questa, vero?, pur se profferita in altri contesti, più sinceri...): dovete (altro verbo che odora di infinità libertà) farvene una ragione e rassegnarvi al vostro modesto destino di underdog. Che poi è quello che vi meritate, non lo sapete? Non lo sapete che i poveri puzzano? E poi basta con questa orribile schifezza di "un uomo, un voto". Dovrà essere sostituita da "un uomo agiato e bennato, almeno mille voti; agli altri, uno", per ristabilire i giusti equilibri tra noi e voi.

                                  Piero Visani