Ci sono 99 colleghi, gli attori e i registi più noti del cinema hollywoodiano, che si schierano a favore di Hillary Clinton. Il centesimo - Clint Eastwood - si schiera a favore di Donald Trump, evidenziando tra l'altro i non pochi limiti di quest'ultimo. Per me, quello è coraggio: "Se anche tutti, io no". Perché non c'è niente di peggio del conformismo e, dovunque quest'ultimo si manifesti, il rischio di totalitarismo riduzionista e omologatore si fa fortissimo.
Come il protagonista di "Gran Torino", Clint ha fatto quello che riteneva giusto fare, in barba a tutto e a tutti, semplicemente perché glielo dettavano la coscienza e l'etica. Ha preso posizione, senza neanche preoccuparsi di vedere se ci fosse qualcuno che la prendesse insieme a lui. Questo è il coraggio, virtù semplicissima, in Italia quasi del tutto sconosciuta. Si sceglie in base ai propri principi e all'etica, non guardando a quello che fanno gli altri e allineandosi. Costa caro, socialmente parlando e talvolta può anche costare la vita, ma il coraggio nasce all'interno di se stessi, non della società e - come ebbe a scrivere il Manzoni in un passo fondamentale: "Il coraggio chi non l'ha non se lo può dare...".
Piero Visani