Nel "migliore dei sistemi possibili", quello democratico ("ça va sans dire...), tutto ruota intorno al principio de "un uomo, un voto". C'è però un "Grande Elettore", detto familiarmente "i mercati", che di voti ne muove a centinaia di migliaia, se non a milioni, semplicemente facendo balenare ai più timorosi il rischio di perdere il frutto dell'"accumulazione primitiva" (e di ciò su cui essa è basata, il furto...), oppure quello della "destabilizzazione" (siamo in caduta libera, più destabilizzati di così...).
Nel mio infinito amore per un principio di così fantastica e irraggiungibile uguaglianza come quello democratico, io ingenuamente (molto ingenuamente...) mi chiedo: "ma come mai il Grande Elettore possiede e manovra molti più voti di me? Vuoi vedere che lui non è democratico? O che la pretesa uguaglianza di questo fetido sistema è una penosa farsa, una 'fattoria degli animali' dove ci sono suini che sono molto più suini degli altri?"
Personalmente, sono un convinto fautore delle ineguaglianze, ma ho il coraggio di dirlo. Detesto invece l'ipocrisia condita di moralismo. So bene che il Grande Elettore ha molti più voti di me, ma - chiedo gentilmente - potresti evitare almeno di prendermi per i fondelli, visto che fai già tutto quel che vuoi? Abbi il coraggio di chiamare dittatura ciò che lo è già, o pensi che siamo proprio tutti fessi?
Piero Visani