Malessere fisico. Forse un'intossicazione alimentare, forse una forma influenzale. Chissà. Non do soverchia importanza ai segnali che provengono dal mio corpo. Vivere impone dei prezzi, è un'attività notoriamente a rischio e non ci sono assicurazioni. Il vitalismo richiede, per l'appunto, élan vital. Tutto il resto è noia.
Poi è bello pensare che, se io sono Thanatos, posso aver incontrato Eros e pensare che sia il momento di santificare quel felice connubio.
Sensazioni già vissute, alcune; sensazioni sperimentate direttamente e più vicine nel tempo, altre. Quello che manca è forse ciò che dia loro forma, plasticità espressiva, sintesi visuale di quello che so esserci, che ho sperimentato esserci, ma che non ha ancora trovato adeguata configurazione.
La sorte mi è benigna e la configurazione arriva, assolutamente imprevista e, come tale, nelle forme di un'autentica epifania.
Una foto, una semplice foto, ma al tempo stesso molto di più: un codice comunicativo, certo non ancora svelato nella sua interezza, ma nei suoi elementi portanti.
Una foto che spazza via in un attimo tutto quello che è noto o codificato di quella persona, tutti gli orpelli, tutti gli epifenomeni che la ricoprono, con intenti forse difensivi, e lascia spazio alla sua reale essenza.
Qualcuno - il solito stolto - direbbe che si tratta di un artefatto, ma non è assolutamente così. Semmai, è un'essenza disvelata e vagamente sovrarappresentata, per illustrarla meglio.
Un volto finalmente ambiguo, dunque vero; un trucco finalmente accentuato, dunque carico di messaggi; un capo lievemente reclinato e uno sguardo che è copia conforme del mitico quadro "Giuditta", di Gustav Klimt.
Dalle nebbie di se stessa, una persona emerge in tutta la sua nuda verità, parziale quanto basta per indurmi a voler indagare ancora; eloquente quanto serve a farmi capire che, tra le mille "Lei" possibili, le è chiarissimo quale sia la mia favorita.
Un tributo del genere mi colpisce ed emoziona nel profondo. E' molto di più di un segnale, è un omaggio. Mi inorgoglisce ma al tempo stesso mi fa capire che il salto di qualità è netto e che occorrerà esserne all'altezza. Lo sarò.
Piero Visani
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