domenica 20 aprile 2014

Il perturbatore

       Qualche anno fa, una persona che aveva un discreto interesse a sviluppare una relazione professionale con me, ma non ne aveva invece alcuno a sviluppare una relazione personale, notando che io insistevo sulla seconda almeno quanto lei insisteva sulla prima, mi fece osservare che, per poter andare avanti bene su ciò che a lei interessava, occorreva eliminare il "perturbatore"...
       Sul momento, la cosa mi diede parecchio fastidio, al punto che, nell'istante in cui lei troncò decisamente la seconda - di relazione -, io troncai altrettanto decisamente la prima. Tuttavia, a distanza di anni, quella definizione mi è rimasta in mente e oggi le sono grato di avermela affibbiata.
       E' vero - aveva ragione - io sono davvero "un perturbatore": è una delle poche cose che so fare bene. Arrivo in una situazione, la valuto e poi mi metto immediatamente in azione per modificarla a mio piacimento. E la mia attività si fa tanto più fitta e instancabile quanto la situazione "da perturbare" mi aggrada, mi diverte, è conforme al conseguimento di miei obiettivi.
       Che bello épater les bourgeois, infrangere le loro piccole certezze, le loro stracche abitudini, la loro catena di interessi ben consolidati, le relazioni "inverse" che assomigliano tanto a quelle "normali", anzi sono addirittura più banali delle normali!
        E' vero, sono un perturbatore: un incallito, inguaribile e mai domo perturbatore. Mi piace questa definizione, ormai l'ho fatta mia, e continuerò a perturbare, tanto la quiete pubblica quanto soprattutto quelle private. Troppo divertente, troppo conforme alla mia natura. Continuerò a creare caos, da cui far nascere - nietzscheanamente - "stelle danzanti", o almeno una: la mia...

                    Piero Visani



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