sabato 26 aprile 2014

Tax, lies and videotapes

       In un aureo intervento sul "Corriere della Sera" di oggi, Piero Ostellino bolla l'ennesimo monstrum partorito dallo Stato italiano, lo "spesometro", evidenziando come questo crescendo di follia abbia una sola logica: dare ulteriori ragioni di vita a una categoria - quella dei "percettori" - sempre più mastodontica e improduttiva, che vive alle spalle di quei pochi "produttori" che si ostinano a rimanere in questo disgraziato Paese. E aggiunge - ragionamento assolutamente condivisibile - che 1) l'aumento della tassazione fa ovviamente aumentare l'evasione e la propensione alla medesima, in quanto nessuno è disposto a sacrificarsi per il bene della "casta" e dei suoi accoliti; 2) che l'Italia sopravvive solo grazie a una crescente evasione fiscale, visto che altrimenti sarebbe già ampiamente fallita.
       Disegniamo per un attimo lo scenario "ideale" tipico delle teorie dei "percettori": tutti pagano un carico fiscale sempre crescente e ovviamente si suicidano, falliscono, emigrano, trasferiscono le loro attività all'estero. Domanda: a quel punto su quali "produttori" si abbatterà il flagello dei "percettori"?
       Giustamente Ostellino nota che in Italia la cultura dominante, che è sinceramente folle, non si pone neppure il problema del fatto che le tasse gravano sui profitti, ma che, per potervi gravare, ci devono essere dei profitti, altrimenti, se diventiamo tutti incapienti, chi tasseremo...?
       E ancora più giustamente egli conclude che non solo il carico fiscale in questo Paese non diminuirà, ma certamente aumenterà, almeno fino al giorno in cui salterà tutto.
       Mi pare un'analisi assolutamente perfetta. Moriremo (presto) di finte virtù, di pseudo-virtù che vengono imposte ai sudditi mentre i potenti fanno tutto ciò che vogliono. Lo Stato - questo orribile Moloch - ora sta divorando noi, poi...  La questione del "poi" è comunque interessante: che faranno i "percettori", cominceranno a scannarsi tra loro, visto che non c'è più niente da tassare? 
          Il dramma storico dell'Italia contemporanea è che la situazione è disperata, ma mai seria, perché nessun Paese serio, che non fosse abitato da pecore, si lascerebbe "suicidare" da una banda di ladri e di folli burocrati. Il vero problema è che circa la metà di questo Paese vive sulle spalle dell'altra: non è solo la "casta", ma il sistema che essa ha messo in piedi per giustificare la propria esistenza e crearsi solide clientele. 
              "Non spingete, scappiamo anche noi...!"

                          Piero Visani


        
                              

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