La fortuna del dionisiaco consiste, in un qualche momento del suo percorso esistenziale, di incontrare una donna che pensi e si comporti come lui. Dunque non il classico soggetto femminile borghese, di quelli che sono sempre lì a mediare, a contrattare, a saturarti la vita con i loro "no" o i loro (rari) "sì, in cambio di...", bensì anime libere, che sanno cosa vogliono, quando lo vogliono, come e perché. Soggetti che amano la vita, non il trionfo della morte o del perbenismo.
Cerchi questo tipo di donna per decenni, e non la trovi mai, e, se la trovi casualmente sul declinare dell'esistenza, quando ormai in fondo non ci speravi più, non puoi fare a meno di gioire per la fortuna che hai avuto, perché le menti libere sono infinitamente più divertenti di quelle impegnate quotidianamente a transare. Non ci sono mediazioni, di alcun genere. Tutto è straordinariamente chiaro. Tutto è vita, mentre prima tutto era morte, o condizionamento, o costrizione, o rinuncia, o limite, o "perturbazione". Prima tu, con la tua visione del mondo, alteravi equilibri e li perturbavi. Ora è il concetto stesso di equilibrio che a lei, come a te, fa ribrezzo e che le ragioni della vita, comunque vissuta, hanno la prevalenza su quelle della morte.
La cosa che apprezzi di più è la scomparsa della fatica. Intendiamoci, il "mestiere di vivere" resta complesso, ma ora riesci ad esercitarlo con una naturalezza nuova, diretta, priva di restrizioni.
Prima era tutto oggetto di mediazione e regolato da contratti, ora tutto è frutto di passione e determinato da impulsi. Non conosci più la noia e non sai che cosa sia la rinuncia. E i giochetti borghesi, il promettere paradisi per poi regalarti inferni e frustrazioni a pagamento, sono definitivamente scomparsi. Le "vite a credito" sono diventate un'esistenza vera, piena, retta soltanto da un principio: la volontà di potenza. Per chi è stato a lungo costretto all' "imposizione dell'impotenza", un decisivo salto di qualità.
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