venerdì 23 gennaio 2015

E non c'è niente da capire

       Ho passato lunghi periodi della mia esistenza a cercare di capire. Di capire il perché e il per come di ogni cosa, analizzando e sceverando tutto, alla ricerca di una ratio che mi aiutasse a comprendere cose, eventi, persone, teorie.
       A un certo punto della mia vita, direi intorno ai sessant'anni, ci ho rinunciato, quasi di colpo, valutando l'assoluta inutilità di tale comportamento, e le sofferenze che mi produceva. Ora continuo a farlo, almeno in parte, ma in una prospettiva personalissima - direi quasi intimistica - e senza alcuna speranza di poter capire più niente. Non mi è venuto meno il desiderio di capire, mi è venuta meno la voglia di cercare di farlo, poiché espone a tutti i venti e le procelle.
       Ho capito me e mi sono reso conto che è già uno straordinario successo, direi enorme, tutto considerato. E vivo in forma interiorizzata e autoreferenziale. Ho molto da dirmi, poco da dire, speranze zero, prospettive un po' meno di zero. Credo che scriverò sempre di più. Mi piace parlarmi, dialogare con me stesso. Mi sono simpatico, direi molto. E' stata la mia stella polare. Non volevo niente dal mondo, e niente ho avuto. Siamo pari.

                         Piero Visani



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