Quando si creano delle contrapposizioni tra la vita dell'europeo medio e quelli che sceglierebbero la morte e la guerra, mi permetterei di suggerire quanto segue:
- non tutti gli europei appartengono alla "Gauche caviar" o alla "Droite la plus bete du monde";
- non tutti gli europei sono B.C. B.G. (Bon Chic Bon Genre);
- molti trangugiano discrete quantità di guano onde dover mantenere i due ceti di cui sopra;
- in Europa, per quanto assurdo e incredibile possa sembrare, ci sono pure soggetti che lavorano senza vitalizi di alcun genere, ma solo con vessazioni da parte delle oligarchie politiche, finanziarie e burocratiche.
La scelta che si propone in questo momento a questo tipo di europei è la morte per conflitto armato o la morte per strangolamento progressivo. Se - come almeno alcuni mi paiono condividere - io dovessi scegliere, direi che preferisco di gran lunga essere vittima di una bomba: morirò subito e non dovrò vivere in una galera per mantenere i miei sfruttatori.
Se la cosa mi accosta ai fautori dell'ISIS, dirò una volta di più che è un ragionamento capzioso: so bene che sono due tipi di morte diversa, ma so altrettanto bene che SONO COMUNQUE DUE TIPI DI MORTE. Non vorrei morire nei due casi, ma non penso che quelli che mi depredano di tutto, dai soldi alla gioia di vivere, siano gente per bene. Sono quelli che dal 1989 ad oggi hanno trasformato l'Europa in un inferno, a meno che uno non sia molto ricco, molto raccomandato o molto sovvenzionato. Dovrei anche amarli?
Quando costoro parlano del "nostro" modo di vivere, intendono il loro, E SOLO IL LORO. Il mio è da proletario di successo già da tanto tempo, con la loro benedizione apostolica. Faccio parte dell'enorme universo delle "banlieu" europee ex-borghesi, con le loro rovine e i ricordi di un benessere trasferito da noi a loro, perché avevano tanta fame.... Dovrei anche solidarizzare con i miei affamatori? Suvvia, non chiedetemi troppo!
Piero Visani