Riflettendo sulla notizia - uscita qualche giorno fa - che i manager italiani leggono al più un libro l'anno, posso dire per esperienza diretta derivante dal mio lavoro (tra gli altri...) di ghostwriter che in realtà si tratta di un dato numerico assolutamente ottimistico.
Mediamente, questi soggetti "pratici" sono sempre a sollecitarti di accompagnare i tuoi scritti con dati e cifre. Esortazione corretta: il problema è che la tesi di fondo di qualsiasi testo NON nasce solo da dati e cifre, ma dall'inserimento dei medesimi in un contesto, secondo la nota logica per cui un TESTO nasce da un CONTESTO e con esso si confronta, per avere un senso.
Tuttavia, se mi imbarco in un discorso del genere, i 2-3 "geni" che si degnerebbero di ascoltarmi (gli altri ovviamente manco quello...) non capirebbero neppure le premesse, per cui li lascio alla loro "pratica" priva di riferimenti teorici.
Molti operai delle loro aziende hanno letto in misura decisamente superiore ai loro capi, e i risultati si vedono, sia sotto il profilo teorico sia sotto quello pratico...
Piero Visani