In fondo, è tutto molto semplice: questione di intese, di naturalezza, di obiettivi condivisi, di voglia di valicare il limite e i limiti.
Quando ci si trova d'accordo su quello, ogni strada è in discesa, perché non ci sono ostacoli, di nessun genere. Tutto il resto, prima che noia, è fatica: voglia di possesso, desiderio di difesa, defatiganti negoziazioni, mercature varie per stabilire cosa sia acquisibile (vorrei dire comprabile, ma suonerebbe inelegante) e cosa no.
Fare commercio delle personalità è pratica ancora più orribile del fare commercio delle persone. Occorrerebbe eliminarlo dall'orizzonte di qualsiasi rapporto, nel senso che o si va d'accordo in tempi rapidi e poi la sintonia cresce, oppure si lascia perdere. Ma il peggio comincia quando ha inizio la trattativa, la debilitante trattativa fra cosa sì e cosa no, mentre naturalezza e spontaneità scompaiono, sostituite dal bilancino del sensale.
Le mie esperienze di vita italiche mi dicono che detto bilancino, assai poco diffuso all'estero, qui da noi è un bilancione, che annoia e intristisce non poco. Preferisco forme di vita decisamente più dirette, naturali, istintive, dove l'empatia sia elevata, la trattativa esclusa e la volontà di andare sempre e costantemente oltre molto spiccata.
A volte si cerca per una vita e poi, nel momento in cui si era ormai cessato di sperare, si trova. Forse è fortuna, forse è l'hegeliana "Astuzia della Ragione". Non so e non voglio nemmeno indagare più di tanto. So solo che, quando si cammina sui confini, è bene farlo in compagnia di chi ama sempre e comunque valicarli. Il rispetto dei limiti è una tragedia borghese.
Piero Visani