Credo che, se dovessi dare una sintetica definizione della mia vita, sicuramente direi che è una Lost Highway, dove - come nell'omonimo film di David Lynch - le mie molteplici personalità emergono a tratti, nelle loro forme più diverse, fino a creare le figura di un Doppelgänger, che potrebbe essere me, ma potrebbe anche non esserlo.
Ad un certo punto della mia vita, mi sono infilato deliberatamente in un tunnel psicologico dal quale non ho mai voluto veramente uscire. Percorro così le mie varie lost highways, cercando di dare loro senso, ma sapendo bene che non ne hanno. Forse attendendo un'epifania, forse cercando fuggevoli piaceri, forse sperando di fuggire a me stesso e al mondo. Vorrei essere artefice della mia vita, ma è troppo tempo che non lo sono più e il sentirmi eterodiretto mi fa molto soffrire. Andare "oltre l'uomo" potrebbe forse giovarmi, ma dovrei poter lasciare in via definitiva la deplorevole quotidianità in cui sono immerso. Così, passo il mio tempo a vivisezionarmi e a tormentarmi. Almeno mi serve a scrivere cose che non pubblicherò mai, forse perché fanno paura perfino a me. Tuttavia, avere un'"anima nera" (e non ci sono riferimenti politici, sia chiaro...) è in fondo quello che ho sempre voluto, anzi quello che, fin da bambino, ho saputo di avere. E parlo spesso con essa, perché ci vogliamo bene. E' una vita di solitudine, rotta da brevi squarci condotti con chi condivide con me tale visione. Allora l'esistenza lievita, allora si esce dalla "matrice" creata dagli altri per inoltrarsi in quella che amiamo noi, che solo noi conosciamo e condividiamo.
Piero Visani