martedì 11 luglio 2017

Massacri

       Una giovane donna di 27 anni, ben nota a mia moglie in quanto era stata sua allieva a scuola, e il suo accompagnatore, un giovane che aveva lavorato per anni nel mio club di tennis come animatore, sono stati letteralmente fatti a pezzi da un folle su una strada della Val di Susa. Lei morta sul colpo, lui ferito gravissimo e a rischio di amputazioni agli arti inferiori.
       Al di là delle deprecazioni del caso, sempre utili ma troppo di prammatica, sarebbe fondamentale chiedersi per quali ragioni una violenza così terribile sia tanto diffusa in una società che si vorrebbe "buonista" e che tale invece non è, ma è solo terribilmente repressa, piena di insoddisfazione, di sofferenza, di invidia, di odio, pronti ad esplodere ad ogni accenno di contrasto e mai contro l'obiettivo giusto, ma contro il primo malcapitato che viene a tiro.
      Mi piacerebbe sentire qualche riflessione in materia: questa società onusta di repressioni di vario tipo fa orrore, ma a tanti, troppi, pare normale. C'è chi ci dice che in Italia non ci saranno mai esplosioni di violenza e invece ci sono ogni giorno, terribili, orribili, per quanto nella direzione sbagliata. Ma il mostro cresce, è ben presente, e anni e anni di crescenti costrizioni economiche, politiche e sociali a carico delle persone prima o poi arriveranno a maturazione, e non sarà un bel vedere. Parafrasando una nota affermazione, mi sentirei di dire, con assoluta tranquillità: "Dio vi perdoni gli ultimi cinque minuti di questa guerra!".

                         Piero Visani



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