Una vecchia foto, scattata nel 1970 nella loro bella casa sul Lago d'Orta, mi riporta alla mente questo mio lontano parente statunitense, marito di Angela Gizzi, cugina di mio padre.
Esponente della Sinistra "radical" americana, autore di non pochi libri di cui si può trovare abbondantemente traccia in Rete, lo conobbi quando avevo vent'anni e mi colpì per la sua cultura e il suo fascino personale.
Di origini scozzesi, la sua anima celtica credo sia venuta abbondantemente fuori quando sì schierò apertamente dalla parte della Sinistra più estrema, quella comunista (negli USA...).
Non avevo certo le sue stesse idee, ma ricordo lunghe conversazioni con un uomo che era un autentico pozzo di scienza, e con il quale si poteva parlare per ore, di qualsiasi argomento, perché era quanto di più lontano potesse esistere dai paludati storici accademici.
Ricordo una splendida gita in macchina (aveva una Volvo enorme, di un incredibile colore giallo paglierino) al Lago Maggiore, in cui sostituì spazientito la moglie Angela al volante, accusandola di sapere usare solo tre marce:
"slow,
"damned slow
and stop".
Credo di aver sempre subito la fascinazione assoluta degli individui ribelli e lui lo era, tanto che, all'apice della "caccia alle streghe" scatenata dal senatore Joseph McCarthy contro "l'infiltrazione comunista" negli USA, aveva la casa piena di microfoni ed era costretto a comunicare con la moglie Angela solo usando dei bigliettini.
Mi fa piacere ricordarlo con stima e affetto.