La teoria dei "salti nel buio" è una delle cose che mi diverte di più: portata avanti da conservatori pingui e satolli, di quelli che a 45 anni ne dimostrano già 95, mentalmente parlando, è in questi giorni ritornata all'onore delle cronache a seguito delle elezioni di domani in Catalogna, che potrebbero e dovrebbero accelerare la marcia di questa regione verso l'indipendenza.
Come per la Scozia, anche nel caso catalano i media italiani mettono in guardia sul "salto nel buio". Vorrei unirmi a loro, ma con intenti diversi, e dire ai catalani: "Fate il salto nel buio e mettetevi in salvo, fin che siete in tempo. Noi italiani nel buio ci siamo già da molti anni, e pure senza saltare...!"
In un Paese dove si può morire per incidente sul lavoro, vedersi sentenziato un risarcimento, NON vederselo pagare dallo Stato e, per soprammercato, vedersi pure arrivare una megacartella di Equitalia per imposte non pagate, probabilmente perché una famiglia era rimasta senza il sostegno economico dell'unico soggetto che in essa lavorasse, sentire una corte di pingui stolti che esorta la Catalogna a non fare "salti nel buio", è molto più di una provocazione, è un'offesa.
Se costoro non fossero - come spesso e volentieri sono - dei "mantenuti di Stato", forse dedicherebbero un attimo di più di attenzione alla condizione di chi nel buio è già precipitato da tempo, senza neppure poter indire un referendum, ma semplicemente perché ce l'hanno buttato - scientemente - i "padroni del vapore", i quali, fregandosene bellamente di ciò che accade qui, dall'alto delle loro ricche prebende mensili, sono però preoccupatissimi per il futuro della Catalogna e, soprattutto, per il fatto che ai catalani sia ancora concesso di votare per decidere del loro destino.
In qualunque Paese del mondo, questo sconcio sarebbe deprecato dai più. In Italia, è oggetto di dotte analisi, perché, se i popoli si staccano dallo Stato centralista con decisioni dal basso, viene messo in contestazione un sistema che vive solo se può precipitare tutti nel buio, tutti meno la casta che lo governa, la quale ha bisogno di non perdere nemmeno un suddito, se intende perpetuarsi nel tempo e continuare a vivere sulle spalle del popolo lavoratore.
Viva i "salti nel buio", quindi, che siano in Catalogna, in Scozia o altrove! Sono uno dei pochissimi modi che ci sono rimasti per sperare di avere un futuro. Un futuro non buio, ma illuminato da una fiaccola di speranza. Quando non c'è nulla da conservare, se non che i privilegi di una casta di schiavisti, quelli che essa chiama "salti nel buio" altro non sono che "balzi speranzosi verso la luce". Facciamoli!!
Piero Visani