venerdì 18 settembre 2015

Le "gioie" del capitalismo

       Ufficio XY.
       Località imprecisata.
       La tranquilla ma in fondo operosa routine lavorativa del medesimo viene rotta da un gruppetto di nuovi assunti a 300 euro mese.
       I dipendenti e i collaboratori esterni più avveduti tremano. Una concorrenza di questo tipo è palesemente insostenibile e può segnare, per tutti, la fine del proprio rapporto di lavoro, comunque strutturato.
       Si erge la prima linea di difesa: abbiamo anni di esperienza, maturata sul "campo", sarà quella a salvarci. Per qualche giorno, sì. Dopo, però, il responsabile dell'amministrazione comincia a far capire a tutti i "vecchi" che i "nuovi", grazie al Jobs Act, costano all'azienda 300 euro al mese, dunque circa un quinto di tutti gli altri componenti della forza lavoro. Questi ultimi rivendicano le loro superiori capacità operative, ma il direttore amministrativo - è un bocconiano, dunque di che stupirsi? - è inequivocabile: "che mi importa se lavorativamente valgono poco, all'azienda costano 300 euro l'uno, voi molto di più!". E quello - notoriamente - gli basta: i carnefici esistono solo in politica e in guerra...
       Un ingenuo fa riferimento alla qualità del lavoro prodotto da soggetti esperti e collaudati, ma la risposta che riceve è non meno inequivocabile: "chi se ne frega della qualità del lavoro, oggi non interessa più a nessuno".
       Sconcerto, sconforto, e poi il diffondersi della certezza che molto presto occorrerà cercarsi un nuovo posto di lavoro, dove - nella fortunata eventualità che lo si riesca a trovare - ovviamente verrà detto ai malcapitati aspiranti al medesimo che non hanno esperienza specifica e che dunque non devono avere pretese economiche, ma accontentarsi delle cifre da fame che vengono loro offerte.
       Stanno ritornando - ammesso e non concesso che siano mai cambiati davvero - i tempi dei "padroni delle ferriere", dove il lavoro e lo schiavismo economico tendono a confondersi, dove nessuna competenza vale alcunché, perché occorre fare spazio solo a un esercito di disperati ridotti alla fame o a un gruppo di cretini raccomandati in quanto nati da "nobili lombi".
       Sono le "gioie" del sistema economico che, abbinato alla democrazia liberale, è il "migliore dei sistemi possibili". Lo è, lo è davvero: in effetti, se nasci nella parte "giusta" ed elevata della scala sociale (o di quella criminale, in quanto esiste una perfetta osmosi tra le due...) puoi stare tranquillo. Viva la libertà che ti deriva da un ricco introito di 300 euro al mese...

                                 Piero Visani