giovedì 18 febbraio 2016

Master o... "servant"?


       Con la naturale simpatia che gli è propria (non incrementata, ad onta degli sforzi dei suoi spin doctor, da qualche finto appollaiamento sulle scale di un ospedale pubblico, "casualmente preferito" a qualche clinica privata iperdemocratica), il professor Mario Monti ha ricordato all'allievo discolo Matteo Renzi: "Vedo il rischio di un benaltrismo su scala europea, di disprezzo per l'Europa che ci è data".
       Impagabile questa dialettica, a cavallo tra lo stato di necessità e l'inesistenza di alternative: "l'Europa che ci è data". Chi ce l'ha data? La nonna di Monti, gli americani, la UE a predominio tedesco?

       Mai farsi troppe domande, nella totaldemocrazie! Prendere (non dico dove...) o lasciare. E, se si prende, fare la faccia soddisfatta che può venire a un cittadino omo nell'età dei gusti sessuali ad ampio spettro.
       "L'Europa che ci è data". Neppure gli esponenti di molte religioni parlano più così dei loro dei, ma il professor Monti - gran sacerdote e al tempo stesso Gauleiter italiano dell'Europa delle banche e della finanza - non ha problemi nei riguardi del suo credo. Non ha dubbi, incertezze, tormenti. Dall'alto delle sue numerosissime prebende, lui conosce la via, quella che purtroppo a noi non appare altrettanto chiara: "L'Europa che ci è data".
       Sento vibrare tutte le mie scarse corde democratiche: "che ci è data!". Cambiarla è chiedere troppo, vero? Anche solo tentare di cambiarla? Cos'è, lesa maestà? O - come temo - pura, purissima eresia, la condizione ereticale di chi amerebbe ancora supporre che il divenire possa avere la prevalenza sull'essere?
       Dopo questa tirata, mi vedo già un nuovo governo Monti con la tassazione al 99,9% dei redditi, l'abolizione delle pensioni, di quasi tutte le forme di assistenza sanitaria e l'istituzione di processioni di correntisti che portano - cantando lodi alla BCE - i loro soldi a sparire nelle banche. Vedo, insomma, un futuro di gioia e allegria sparse a piene mani da "Rigor Montis", l'uomo più allegro d'Italia dopo il presidente Mattarella. E mi viene un soprassalto di simpatia per un soggetto come Matteo Renzi, di cui continuo a pensare tutto il male possibile, ma il quale, senza aver studiato alla Bocconi e preso Master (o "Servant"...? Ah, la centralità variegata e sempiterna del BDSM!) in tutte le più prestigiose università del globo, ha almeno capito quello che anche un bidello della Bocconi avrebbe compreso da solo, vale a dire che l'Europa attuale, se continua lungo questa rotta, è destinata ad un "bagno" pazzesco, che potrebbe anche essere di sangue. E non è che guardando con distacco i laghi, dalle ville multimilionarie sul Lago Maggiore, ci si possa sentire tanto bene. Dipenderà dal contenuto ematico delle acque.

                     Piero Visani