Ma davvero esiste ancora qualcuno che, dopo anni di crollo verticale, pensa che alla fine ci sarà una ripresa?
Intendiamoci, è possibile che ci sarà (molto ma molto in futuro), ma dovrà essere fatta sparire tutta una serie di elementi di disturbo, alcuni dei quali sono talmente connaturati alla realtà italiana (a cominciare, per citarne uno di attualità, dal sistema pensionistico) che, prima di passare a miglior vita, porteranno con sé anche questo "Paese".
Non me ne importa assolutamente nulla - sia chiaro: non devo godere di pensioni o vitalizi. Morirò come un cane, esattamente come sono vissuto, ma la cosa non mi preoccupa per niente. L'ho voluto io. Non volevo confondermi con i miei connazionali.
Ma non è di me che intendo parlare, bensì solo del fatto che stiamo andando sempre più rapidamente a fondo e che siamo già - e non da poco tempo - al "si salvi chi può!". Se non lo fossimo, non si spiegherebbe per quale ragione tutta la classe politica stia pensando a COME meglio depredarci. Si tratta infatti una semplice e banalissima questione di "mors tua, vita mea". Se riesco ad ammazzare prima te, a depredarti del tuo patrimonio, vivrò qualche anno in più io, magari pure in una certa agiatezza.
Su questo sfondo, fanno sorridere coloro i quali parlano ancora di categorie politiche del Novecento. Qui Destra e Sinistra nulla c'entrano. Ci sono solo SOPRA E SOTTO, e noi siamo sempre più terribilmente e profondamente sotto.
L'Italia è afflitta da un cancro gravissimo e terminale, con metastasi ovunque, e i "sapienti" al suo capezzale si alternano tra citazioni sbagliate, elargizioni agli amici degli amici, aumento del debito pubblico e rodomontate da "miles gloriosus"; più qualche aspirina per la cura degli aspetti maggiormente patogeni. Nel frattempo, tutto frana. E' la fine, facciamocene una ragione...
Piero Visani