Credo che, più che a Mussolini, la frase "incriminata" pronunciata da Donald Trump ("meglio un giorno da leone che cento anni da pecora") debba essere attribuita - al di là delle varie rivendicazioni "ad personam" - all'attività del Servizio P(ropaganda) dello Stato Maggiore dell'Esercito, avviata nei primi giorni del 1918, dopo la disfatta di Caporetto. Fu nel periodo immediatamente successivo che incominciarono ad apparire sui muri frasi di contenuto patriottico e di incitamento alla resistenza, tra cui anche quella.
Capisco invece bene lo scandalo, in tutte le totaldemocrazie attuali, in quanto una frase del genere è pericolosissima. Nelle totaldemocrazie, infatti, ispirare i propri comportamenti a un principio come quello citato significherebbe impegnare se stessi a liberarsi dalla tabe politica e burocratica che ogni giorno inquina e distrugge le nostre vite, alla ricerca di un giorno, un giorno solo, PER CUI VALESSE DAVVERO LA PENA DI VIVERE. Degli altri cento anni, è difficile potersene fare qualcosa, perché una sequenza ininterrotta di giorni passati a pagare, a subire e a sentirsi chiedere "come mai non sei contento di questa splendida vita che ti facciamo fare?", è peggio, infinitamente, incredibilmente peggio di qualsiasi forma di morte. E' essere MORTI credendo di essere VIVI. La più geniale forma di sodomia totaldemocratica.
Piero Visani