Ho passato gli ultimi anni della mia vita a profferire parole che non hanno trovato ascolto. Me ne sono fatto una ragione e tanto più me la sono fatta quando ho compreso che, per le intese vere, di parole ne servono pochissime, perché, tra le persone che si capiscono, non serve nemmeno parlare.
Il velo degli atteggiamenti interessati, delle curiosità momentanee, delle "anti-aging seductions" da quarantenni prossime al "rimessaggio" e alla ricerca di qualche conferma di sé in "zona Cesarini" viene clamorosamente a cadere quando si incontra una persona vera, che si nutre di cose vere, di sentimenti veri, e che risulta istintualmente lontana da quell'immondezzaio comunemente noto come "universo di valori borghesi".
La differenza è quella che corre tra un quadro d'autore e una copia. Per quanto ben fatta, la copia prima o poi si rivela come tale e uno scopre che, nelle parti in cui ci dovrebbe essere talento, c'è solo crosta...
La colpa è tutta mia - lo so bene - anche perché, per semplici ragioni anagrafiche, dovrebbe essere più facile, per me, scoprire i "falsi d'autore" là dove si annidano. E' che a volte possono essere racchiusi in un bel involucro e gli esteti come me - si sa - nei confronti degli involucri ben confezionati mostrano una certa debolezza. Tuttavia, io sono un esteta gramsciano e, se il mio amore per il bello talvolta mi tradisce, la mia cultura poi mi esorta a riconoscere che "la verità è sempre rivoluzionaria". E alla verità faccio ritorno, alla sua potenza devastante, al fatto che non mente, non prende in giro, non gioca con i sentimenti e le passioni degli altri. E la verità mi conforta e mi premia, perché non è un gioco di seduzione, è molto di più. E infatti non mi ritrovo sempre solo, io...
Piero Visani
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