Leggo vecchie mail, con la minuziosa attenzione di sempre. La passione, per contro, quella non è più la stessa: gli occhi prima o poi si aprono, o te li fanno aprire...
Sorrido, finalmente placato, e mi compiaccio di me, dei miei comportamenti: sempre franco, diretto, esplicito, teso allo sviluppo di progetti e al conseguimento di obiettivi.
In quel profluvio di parole, non ci sono bugie o ipocrisie, solo verità. Verità personali, frutto di una visione personale, ovviamente, ma niente che afferisca alla costruzione di un qualcosa che non sia la pura e partecipata estrinsecazione di me.
Sorrido nuovamente. Come sempre, sono stato molto ingenuo, ma un atteggiamento del genere mi impedisce di pentirmi o di rimpiangere o - peggio ancora - di recriminare. Cercavo verità - come sempre - e non l'ho trovata. Non intendo farne colpa ad alcuno, né a me stesso né ad altri. C'era una palese incompatibilità di fondo, difficoltà a interpretare ruoli precostituiti, a operare come figurante là dove avrei voluto essere mattatore.
Dunque tutto normale, esiti normali, dolori normali, rabbie normali. Il grande privilegio che ci viene conferito nell'essere veri è che, se anche uno sente di essere stato molto usato, non ha nulla di che recriminare. Da bravo dionisiaco, ho proposto la mia visione del mondo. Non è stata condivisa. Non servono repliche, cala la tela. Per la verità, avrebbe potuto calare molto prima, ma a quel punto sarebbe stato necessario ammettere l'esistenza di un interesse privato, molto forte. E' bastato che eliminassi l'interesse, e si è subito fatta chiarezza. Quando si dice la sincerità...
Piero Visani
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