Sono state un discreto numero e alcune - inutile negarlo - le avrei colte molto volentieri. Ma non volevano me, bensì un mio surrogato o simulacro, e io sono una persona del tutto ostile a mediazioni. Con tutte, ho puntato ad ottenere il massimo e, se ciò talvolta non è accaduto, non mi sento in colpa o particolarmente sconfitto. Mi sono sempre presentato per quello che sono e, se non andavo bene subito, ne ho preso atto. Più spesso, ne ho preso atto dopo un po', quando avevo avuto modo di farmi maggiormente conoscere, e mi era stata assegnata una casella nella quale stavo stretto.
A volte, nell'uscire da queste situazioni ho anche un po' sofferto, perché sentivo buttata via la passione che avevo profuso in quell'incontro, ma - come mi è stato detto ieri da una persona molto sensibile e saggia - non potevo accettare una situazione nella quale veniva posto arbitrariamente un limite alla mia curiosità e al mio desiderio di conoscenza.
Del tutto restio a soluzioni di compromesso, quando quest'ultimo mi è stato offerto ho preferito uscire di scena. Del resto, se la mia curiosità e il mio desiderio di fare esperienze nuove, magari anche estreme e/o inusuali, non venivano soddisfatte, che ci stavo a fare io, in certe situazioni? Non ho esigenze borghesi, non partecipo a parties, non frequento salotti, detesto il chiacchiericcio superficiale. Ne ho preso atto e sono andato a soddisfare altrove la mia curiosità, il mio gusto per la novità, il mio radicalismo. Qualche volta questi miei comportamenti sono stati oggetto di biasimo, ma io non me la sono mai sentita di spegnere così malamente il mio gusto per la diversità, quella vera. Ne sono scaturite incomprensioni anche gravi, ma non mi ci vedo proprio come "animale da compagnia". O meglio, mi ci posso anche vedere, definendo però con molta precisione i livelli di animalità e quelli di compagnia. Se c'è la possibilità di essere veri, curiosi e dionisiaci, non mancherò di essere presente. Per i "giochi di ruolo", meglio cercare altrove. Non lo dico per fare polemica, ma semplicemente perché sono inadatto.
Piero Visani
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