Detesto i riti di distrazione di massa, come le festività natalizie. In realtà, detesto tutti i riti, dal profondo, ma ne comprendo bene l'intima valenza per le menti più deboli, quelle che hanno bisogno di imitare per sembrare (dire essere, riferito ai loro comportamenti, mi pare eccessivamente benevolo...).
Non penso che il 2016 sarà migliore del 2015. Con tutta probabilità potrà essere anche peggiore. Abbiamo trovato alcuni "pifferai di Hamelin" e molti di noi li seguono convintamente, e faranno ovviamente la fine di sempre, la fine riservata ai bambini creduloni...
Non ho mai riposto speranze in nulla: sono un pessimista della ragione, ma un ottimista della volontà. Vado avanti tranquillo. Vedo talmente schifo e orrore, intorno a me, che vederne di più o di meno mi lascia del tutto indifferente. Non sono assuefatto, sono totalmente distaccato.
Me ne sto da parte, nel mio "splendido isolamento", a farmi i fatti miei. Scrivo perché credo nel valore pedagogico dello scrivere. Tutto ciò che ho letto di bello ha profondamente influenzato la mia natura e la mia cultura, ergo scrivo perché potrei magari influenzare metapoliticamente alcuni miei lettori, auspicabilmente giovani, e indirizzarli verso il Bello, invece che verso l'orrore cosmico in cui siamo immersi, malamente mascherato da "politicamente corretto".
Stiamo andando verso anni decisivi - lo so bene: "io mi sto preparando, è questa la verità" (non posso scrivere, come nella canzone di Dalla, che "è questa la novità", perché mi sto preparando da sempre).
Non credendo a visioni salvifiche, sto pensando principalmente a me stesso e alla mia famiglia. La mia misantropia è fortissima e viene più spesso confermata che smentita. Più che mai, mi sento un alieno che vorrebbe tornare a casa, su un pianeta meno immondo di questo, ma alle mie telefonate non risponde da tempo più alcuno. E così ho deciso: mi costruirò un'astronave. Ho già iniziato a farlo.
Piero Visani