Ci sono ideologie che sono spacciate da secoli come ideologie di vita, ovviamente a scapito delle ideologie "di morte" (quelle "brutte e cattive", quelle che ti raccontano la realtà invece che le favolette edificanti per bambini scemi).
Tutto bene, tutto ok. L'unico problema è che le ideologie "di vita" non proteggono in alcun modo dalla morte; semmai, si limitano a cercare di esorcizzarla o, se sono più audaci, di negarla, ma poi la morte arriva comunque, perché la vita non è una commedia, è una tragedia. Insegnare il senso del tragico, invece che cercare di occultarlo, ci renderebbe tutti più preparati ad affrontare la vita. Ma in Europa piace così: si nasce e ci si vede attribuire un codice fiscale (l'unica cosa che interessi della nostra identità di uomini: quella tributaria...), poi comincia la lunga tiritera delle "corvées": scolastiche, universitarie, lavorative, pensionistiche, mortuarie.
Pare che sia un paradiso, mentre è il massimo dell'inidentità: non è vivere, è PAGARE perché qualcuno viva al posto nostro: i potenti.
E' la massima delle TRAGEDIE, è la tragedia assoluta, ma a noi raccontano che è COMMEDIA, COMMEDIA LIBERTARIA.
Fantastico "storytelling", non c'è che dire! Chapeau a chi lo ha inserito in milioni di cervelli (vuoti).
Piero Visani