sabato 13 giugno 2015

Il fattore esterno


       Non sottovaluterei l'importanza dell'incremento esponenziale dell'ingresso di migranti in Italia come fattore di destabilizzazione. Le melensaggini cattoliche e di altro orientamento sulla "necessità" dell'accoglienza sono ovviamente comprensibili dal punto di vista ideologico e - molto di più - dal fatto che l'accoglienza stessa ha propiziato l'allestimento di un business di dimensioni e profittabilità enormi.       Tuttavia, se la situazione sfugge di mano, ecco che essa può diventare un'arma a doppio taglio. L'eccesso di presenze può innescare fenomeni di intolleranza e reazioni violente nel caso in cui esso favorisca il sorgere di episodi di criminalità comune e di insicurezza esistenziale, che tolgono certezze alla popolazione.

       Un regime politico sta in piedi se alla fase repressiva accompagna una fase distributiva, di creazione di consenso. Inoltre, deve anche garantire la sicurezza e l'ordine pubblico, perché, se devo spendere migliaia di euro per acquistare un sistema di allarme a tutela della mia casa, probabilmente non avrò più i soldi per pagare le tasse, che in Italia notoriamente servono solo al mantenimento del sistema politico stesso e delle sue clientele, oltre che della burocrazia di Stato, ma non erogano nulla in termini di servizi.
       Il patto non scritto che ha garantito la vita della Repubblica, vale a dire che tutti fingevano di non vedere le malefatte degli altri, e che questa pseudo-cecità teneva in piedi il sistema, si è rotto quando una componente del sistema stesso, per mantenersi e per pagare i debiti che aveva contratto, ha dovuto rompere lo stato di non belligeranza con l'altra, cominciando a vessarla fiscalmente.
       Ora siamo passati oltre e ritengo sia stata innescata - la Storia dirà se da dentro o da fuori - una dinamica potenzialmente polemologica, la cui prima componente è ovviamente rappresentata dalla progressiva evaporazione del sistema di sicurezza interna.
       Sarà interessante vedere che cosa succederà quando vivere diventerà - per ciascuno di noi - una scommessa da fare ogni mattina per capire se, economicamente e soprattutto sotto il profilo della nostra personale sicurezza, riusciremo ad arrivare a sera. Per ora, coloro che dovrebbero provvedere a tutto questo se ne disinteressano bellamente, pensando semplicemente alla propria - di personale sicurezza - ma qualcuno di loro prima o poi comprenderà che l'insicurezza interna può essere un fattore terribile di destabilizzazione. Se non lo capirà per tempo, gli scenari si modificheranno profondamente, per non parlare del fatto che - tra le orde che entrano massicciamente in questo Paese giorno dopo giorno - non vi sono soltanto, per parafrasare il titolo di una celebre "spy story", "agenti di innocenza"...

                               Piero Visani