sabato 27 giugno 2015

La guerra


       La guerra è stata espunta dalla cultura europea, dopo il 1945, per ovvi motivi e anche per ovvi interessi americani, salvo esservi reintrodotta - durante la guerra civile jugoslava - perché faceva comodo a Washington.
       Ora, l'immagine di qualche poveretto ucciso su una spiaggia tunisina mentre si godeva le vacanze (uno dei nostri nuovi "miti"...) in bermuda e panza d'ordinanza, dovrebbe indurci a riflettere su come siamo ormai un continente di "cadaveri in cattiva salute".
      Come tutti coloro che si fanno pregio di esportare il pacifismo (e talvolta anche la pace, nel secondo caso a forza di bombe...), siamo già morti, nonché destinati - come tutti quelli che non vogliono avere un esercito proprio (vedere a tale proposito gli andamenti della spesa militare in Europa) - ad averne uno altrui, che ci domina (e, in effetti, come Stati clienti della NATO ne sappiamo già qualcosa...).
        Il benessere ha costi molto elevati, politicamente parlando, e non deriva mai da alcuna forma di Welfare, perché quest'ultimo esiste in economia (ammesso e non concesso che esista). La politica è "sangue e merda": dalla seconda siamo sommersi; del primo, dobbiamo decidere che cosa fare e, per ora, ne versiamo abbondantemente a titolo gratuito, come ascari degli USA o inermi bersagli di tutti coloro che ci odiano. 
      Ci hanno raccontato per decenni la favoletta che il mondo si sarebbe piegato alla nostra ragionevolezza. Non è così. Il mondo non è mai stato popolato da agnelli, solo da iene (non scrivo lupi perché è un predatore che stimo moltissimo, un predatore consapevole, decisamente preferibile a milioni di agnelli sciocchi e inconsapevoli. Non per nulla, persino il "politicamente corretto" animalista a tutela dei lupi si spende pochissimo...). In un mondo del genere, non è la nostra politica a essere inadeguata, lo è soprattutto la ridicola metapolitica irenica di cui ci facciamo portatori. E' e sarà il nostro canto funebre.

                           Piero Visani

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