mercoledì 26 dicembre 2012

Boxing Day

      Sarebbe stata mia intenzione passare la giornata odierna immerso in riflessioni creative, di lavoro e magari anche esistenziali. Ma non è stato proprio possibile. Troppe le cose da fare. Nella mia vita, ormai, il negotium ha preso il posto dell'otium, con una pervasività che mi costringe a lavorare quasi sempre.
       Da settembre in avanti, del resto, tutte le cose che faccio hanno subito un'accelerazione spaventosa, un po' per cause esterne e molto per il mio desiderio di far compiere alle mie attività un decisivo salto di qualità. Sentirmi oggetto di riprovazione, di astio, di ostilità, infatti, ha avuto su di me l'effetto di un'esplosione nucleare, per cui, a partire dal 1° settembre, di fatto non mi sono più fermato e chissà quando mi fermerò. E' come se fossi pervaso da una sorta di furore interiore, che non si ferma e non si placa.
       Gli effetti, inutile dirlo, sono stati cospicui, molto al di là delle mie più rosee aspettative. Nuovi contatti, nuovi lavori, nuove opportunità, nuove relazioni. Una rivoluzione copernicana, quale io per primo, se non la vedessi in atto davanti a me, stenterei a credere.
       Essermi sentito buttato via come persona e in fondo anche come socio (resto dell'idea che l'intendimento di fondo fosse congiunto) ha determinato in me una reazione molto forte, anche perché mi sono sentito davvero disprezzato a tutto campo. Naturalmente, ho preso atto, poiché non tutti possono stimarci e/o volerci bene, anche se ci ho messo un minimo di tempo, poiché l'attacco è venuto da chi, solo fino a poco tempo prima, si era espresso in senso esattamente inverso, nei miei riguardi.
        Da allora, sto cercando di dimostrare, soprattutto a me stesso, che non sono una persona così personalmente e professionalmente deplorevole, per cui lavoro a testa bassa. Non cerco rivincite, ovviamente. Cerco semplicemente di soddisfare il mio amor proprio. E' legittimo che si pensi che io faccio schifo, a 360° gradi. E' legittimo che io cerchi di dimostrare che non è così. Tutto qui.

                                                                           Piero Visani

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