Disegni mentali. Arabeschi complessi. La Heilige Nacht (così almeno la chiamano) inizia a dipanarsi. Non c'è aspettativa, in me, non sono più un bambino. Non attendo nulla. Ma sento il tempo sospeso, fra un ieri che non tornerà e un domani che non conosco.
Il compito che mi sono dato, in queste ore silenti e ferme, è disegnare il mio domani. Mi ci accingo con impegno. Non sono né ottimista né pessimista. Ho riflettuto tanto, ho meditato tanto. Ho davanti sfide terribili. Mentirei a me stesso se dicessi che non ho paura, ma, pur avendola, vado avanti. Sento l'odore della battaglia, sento l'adrenalina montare.
Sono solo, ma non mi sento tale. Sento la mia famiglia intorno a me. So che devo battermi per me, per loro.
Sento il loro eloquente silenzio, il loro affetto incondizionato. So che farò tutto quello che devo fare. Lo devo a loro, al loro amore incondizionato.
Il mio rapporto con me stesso è più controverso, più pervaso da dubbi. Quello con loro è più chiaro: so che devo fare tutto, sempre e comunque.
Da tempo mi sta crescendo dentro una feroce, ferocissima determinazione, che non ricordavo di avere da tempo. Voglio dimostrare a tutti chi sono. Troppi dubbi mi hanno circondato nei primi otto mesi di quest'anno, ma poi da quei dubbi, da quelle accuse, da quelle sottovalutazioni, da quei disprezzi, è scaturita una forza formidabile, nella quale si mescolano rabbia, voglia di rivalsa, desiderio di dimostrare al mondo chi sono davvero e quanto valgo.
Molte persone, talvolta senza saperlo, mi sono state vicine, in questo periodo difficile, e hanno puntato su di me, incondizionatamente: alcune per mero affetto, altre perché mi stimano, credono in me, mi vogliono bene, hanno fiducia nel mio modo di essere e di lavorare.
Sarò loro sempre grato. Sentire la solidarietà e la stima altrui nel momento in cui altri ti buttano via è una sensazione impagabile, perché ti fa sentire meno solo. Ecco perché non vedo l'ora che arrivi il 29 e prenda il via la nuova partnership. Non cerco rivincite, cerco fiducia e il sostegno di una comunità di amici. Mi auguro, questa volta, di riuscire a trovarla.
Piero Visani
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