Avvicinamento progressivo. Dialogo. Outing.
Si attende una risposta. Che non arriva, o arriva sempre incompleta, incompiuta. In parte sincera, in parte astuta.
Ci si chiede perché, e si cercano nuovi posizionamenti, nuove forme di seduzione, nuovi tentativi di persuasione.
Ma è tutto inutile. Si è stati scelti per occupare il sacro pomerio di "color che son sospesi", e che sono destinati a rimanerlo in eterno.
Ci si chiede - e si chiede - come mai. Ma le risposte tardano ad arrivare, anzi non arrivano proprio.
Il gioco di seduzione è finito. Si sposta su altri soggetti. Una nuova tacca spunta sulla fusoliera di un "cavaliere rampante" della seduzione da salotto e della vuota affermazione di sé.
Inutile insistere. Inutile evidenziare emozioni vere. Una sorte è segnata. Sentenza inappellabile. Pena capitale.
I seguaci del "Bene assoluto", quando colpiscono, sanno essere straordinariamente cattivi. Talvolta, trovano avversari alla loro altezza, talvolta no.
Ci si domanda se tutto questo ha un senso, ma è un mero esercizio retorico, parecchio inutile. Tempo sprecato, come quello passato con quella persona fino a quel momento. Esercizi di dialogo e tentativi di suscitare emozioni schiantatisi contro un egoismo mostruoso, un'autoreferenzialità totale, una "gioiosa" crudeltà.
Si raccolgono rottami, di varia natura e tipologia. Ci si guarda allo specchio con rinnovata fede in sé, perché non si è perduto nemmeno un briciolo della propria autostima e del proprio narcisismo. Il pensiero corre per un attimo a tanta vita sprecata e si sorride pensando a come possano essere paradossali, nel loro dipanarsi, le eterogenesi dei fini, poiché non c'è nessuno più sprecone degli avari, di quelli che misurano le loro vite con il bilancino. E che buttano allegramente via le altrui, ma pure - a ben guardare - le proprie.
Si guarda avanti, e ci si guarda intorno, con rinnovata energia: il mondo è pieno non solo di fiori di campo, di margherite o papaveri, ma di fiori veri, di rose gioiose che amano farsi consapevolmente cogliere, che cercano la vita, e non la morte o la rinuncia o le castrazioni. Ma allora è vero: allons enfants!
Piero Visani
Nessun commento:
Posta un commento