giovedì 27 dicembre 2012

On Combat

       Sto leggendo un libro di grande interesse, un autentica gioia per il mio Warrior Ethos. Si intitola On Combat. Psicologia e fisiologia del combattimento in guerra e in pace (Edizioni Libreria Militare, Milano, 2009), e tratta - come dice il titolo stesso - quella prova suprema che è il combattimento, tanto in termini psicologici quanto fisiologici.
        A pagina 61 trovo una frase splendida: "Non c'è vergogna nel fallimento, la sola vergogna per un guerriero è non provarci".
        Ho sempre ispirato i miei comportamenti esistenziali, in qualsiasi campo, a questo preciso dettame. Ci ho sempre provato, ho sempre cercato di "andare dentro", in tutte le situazioni possibili e immaginabili, spingendo sempre forte, fino in fondo, come è conforme alla mia natura, onde evitare di rimanere "tra color che son sospesi", onde evitare di essere considerato una "gestibile persona perbene", onde essere - sempre e costantemente - me stesso. Piacessi o meno, al colto e all'inclita. Potevo anche clamorosamente fallire, ma nessuno si sarebbe ricordato di me come un eunuco, umano o intellettuale che fosse.
       Non ho accumulato un gran numero di successi, lo so bene. I maverick, gli animali non marchiati, non entrano nei branchi, sono guardati con diffidenza da chi vi è entrato (bon gré mal gré), sono lupi solitari. Non hanno comportamenti "ragionevoli" e dunque non piacciono a chi cerca la "serenità". Sono "belve bionde", imprevedibili, imperscrutabili, ingestibili, non salottiere. Non diventeranno mai presidenti di consigli di amministrazione. Evviva!!!
      Però ci provano, sempre e comunque, spesso against all odds.
      Sì, lo so, il coraggio e la temerarietà non sono apprezzati. Servono virtù "civili", ponderate, "ragionevoli". Ma riflettete un attimo su questa Europa di "cadaveri in buona salute" e vedete un po' se continuare a fuggire dalla Storia e dal Destino ci salverà (ci ha già salvato...) dalla Decadenza e presto dalla scomparsa? Che dite, siete ottimisti...?
     Quanto a me, io a reagire ci sto già provando e ad andare dentro ci ho sempre provato. Mi hanno coperto e mi stanno coprendo di disprezzo e talvolta anche di guano. E allora? Dovrei cambiare perché non sono socialmente spendibile? Non lo farò e continuerò ad insegnare a mio figlio - che, per mio totale e assoluto orgoglio, l'ha già recepito perfettamente - "che la battaglia è l'unico ventre che può partorire un uomo". Potremo anche morire, ma in piedi. E, se la cosa non piacerà agli amanti del "politicamente corretto", ne saremo lietissimi. Tutto, meno che assomigliare loro. I guerrieri possono morire, ma non capiterà mai loro di pensare di essere vivi, se sono morti... Questa iattura ce la eviteremo, noi.

                                                                            Piero Visani

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