Ho trascorso la prima parte di questa terzultima notte del 2012 immerso nella lettura di un vecchio libro di Pierre Sergent, Je ne regrette rien, che è la storia del 1° Reggimento Paracadutisti della Legione Straniera (1er REP) nella guerra d'Algeria. Questa unità d'élite rimase coinvolta nel tentativo di colpo di Stato del 23 aprile 1961 ad Algeri, quando, chiamata a scegliere tra l'onore e l'obbedienza alla direttive del governo gollista, che prima aveva solennemente giurato che l'Algeria sarebbe rimasta francese, e poi aveva deciso di concederle l'indipendenza, una parte dell'esercito - con in testa appunto il 1er REP - scelse la via dell'onore e si ribellò contro il potere costituito.
Costretto rapidamente a cedere dalla sproporzione di forze, il 1er REP venne sciolto, i suoi ufficiali processati, la bassa forza trasferita. Al momento di lasciare per l'ultima volta la loro caserma, i paracadutisti ne uscirono perfettamente allineati, a testa alta e cantando in coro, con voce vibrante, un famoso successo di quegli anni di Edith Piaf, Non, je ne regrette rien. Il perfetto parallelismo tra situazione del momento e testo della canzone fece scalpore, destò emozione all'interno di una Francia divisa tra fautori e detrattori dell'Algérie française e, da allora, divenne uno dei canti più celebri della Legione.
Il testo non lascia spazio a equivoci:
Non! Rien de rien ...
Non ! Je ne regrette rien
Ni le bien qu'on m'a fait
Ni le mal tout ça m'est bien égal !
Non ! Rien de rien ...
Non ! Je ne regrette rien...
C'est payé, balayé, oublié
Je me fous du passé!
Avec mes souvenirs
J'ai allumé le feu
Mes chagrins, mes plaisirs
Je n'ai plus besoin d'eux !
Balayés les amours
Et tous leurs trémolos
Balayés pour toujours
Je repars à zéro ...
Non ! Rien de rien ...
Non ! Je ne regrette nen ...
Ni le bien, qu'on m'a fait
Ni le mal, tout ça m'est bien égal !
Così, mescolando - come sono solito fare - vicende personali minute e storia "alta", mi è parsa una buona chiusa per questo mio 2012. Anch'io, nel corso dell'anno, sono stato chiamato a scegliere tra interesse e onore. E non ho avuto dubbi, proprio come i parà del 1er REP. Logica avrebbe voluto che io scegliessi l'interesse, ma io non so che cosa sia. Io conosco solo l'onore. E quello ho scelto. Ne ho pagato un prezzo elevato, sotto tutti i punti di vista, ma mi sono comportato secondo coscienza e, ora che è tutto finito, "Non! Rien de rien... Non! Je ne regrette rien". E' impossibile, del resto, non seguire i dettami dell'onore, se se ne ha uno... Talvolta, coloro che non sanno nemmeno che cosa sia, nel colpirti alle spalle lo dimenticano. E così, fatti oggetto di una reazione adeguata, strillano come oche e/o tacciono come mummie. Il fatto è, miei cari, che ogni azione comporta sempre una reazione. E' bene ricordarlo, nei propri comportamenti esistenziali. Sempre.
Piero Visani
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